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Sulle orme di Bonatti Hervé Barmasse esplora le Alpi
Barmasse esplora le Alpi: è il "nuovo Bonatti" 2.0. L'alpinista valdostano deve raccogliere la difficile eredità dei due giganti italiani, Bonatti e Messner, della montagna che l'hanno preceduto. E rifondare l'alpinismo 2.0, a 150 anni dalla prime salite di Edward Whymper e di Jean Antoine Carrel sul Cervino. L’eredità dei pionieri dell’alpinismo moderno è stata raccolta da tante guide di Valtournanche. Fra loro c’è Hervé Barmasse, guida del Cervino come papà, nonno e bisnonno. Classe 1977, cresciuto all’ombra della Grande Becca, è oggi uno dei più forti scalatori al mondo.
Sci Alpinismo - Ciclismo - Mountain Bike Festeggiamenti al via con il trofeo Mezzalama
Festeggiamenti al via con il trofeo Mezzalama La festa comincia in montagna con il celebre Trofeo Mezzalama, raid scialpinistico internazionale di 45 km con oltre tremila metri di dislivello in salita. Si parte il 25 aprile da Gressoney per arrivare proprio al cospetto del Cervino, in un percorso ribaltato rispetto alla norma, in onore dell’anniversario. Il 29 Maggio il Giro d'Italia renderà onore al Cervino con l'arrivo della 19° tappa. Dal 31 Luglio al 3 Agosto sullo sfondo del Cervino si correrà la 31° edizione della MAXIAVALANCHE
L'Abbé Amé Gorret (1836 – 1907) Sentiero Abbé Gorret
Un gran cuore, una penna arguta a servizio d'una mente fine, un fisico grande e atletico, un portafoglio a rischio di vuoto metafisico, un po' come il suo stomaco. Tutto questo e molto altro era don Amé Gorret, il Gran Gorret. Nasce il 25 ottobre 1836 a Valtournenche. Era vicario a Cogne nel luglio 1865, quando si giocava la partita Italia-Inghilterra per la conquista del Cervino. Il Gran Gorret era stato tra i primissimi esploratori della Gran Becca, già nel 1857, e ora si trovava coinvolto nell'avventura per una passione diventata ossessione, ma pure per il legame con il canonico Carrel, e per un lungimirante intravedere sviluppi economici legati al turismo. Quando la spedizione di Jean-Antoine Carrel rientrò divisa e delusa, sopravanzata da Whymper, e ancora ignara della tragedia occorsa agli inglesi in discesa, fu proprio l'Abbé Gorret a offrirsi per primo a "riscattare l'onore del nostro paese" rifiutando per sé e per gli altri ogni compenso in denaro, e fu proprio lui, in piena coerenza cristiana, a sacrificarsi a pochi passi dalla vetta per permettere a Carrel e Bich di piantare il tricolore sulla cima, avendo dimostrato al mondo che il Cervino si poteva salire da Valtournenche, in modo forse più arduo ma anche più sicuro rispetto alla via svizzera. Era il 17 luglio 1865. Fu stimato tra gli alpinisti al punto da essere chiamato a presiedere il convegno del Club Alpino Italiano nel 1869 e a essere acclamato membro onorario del sodalizio. Ebbe invece il sospetto delle gerarchie ecclesiastiche, che lo percepivano di tendenze troppo liberali. Fu relegato nella rettoria di Saint-Jacques, in cima alla Valle d'Ayas, dove si vide invecchiare precocemente. Pesantemente minato nella salute, morì al Priorato di Saint-Pierre il 3 novembre 1907.
Il "Bersagliere della Valtournenche" Jean Antoine Carrel
Jean Antoine Carrel (1829 - 1890) Jean-Antoine Carrel “il Bersagliere”, nasce a Cretaz in Valtournenche nel 1829, cresce facendo il pastore e il contadino. Cacciatore e gran camminatore, ama la sua terra e ciò lo porta ad acquisire una grande abilità nell’arrampicarsi e nel percorrere le montagne in sicurezza; è chiamato il bersagliere per la sua partecipazione alle Guerre di Indipendenza. Negli anni in cui esploratori e alpinisti iniziarono ad interessarsi al Cervino è l’unico uomo della valle che crede nella possibilità di scalare la Gran Becca (nome con cui i Votornen, abitanti della valle, chiamavano il Monte Cervino), egli intravede in questa passione un nuovo mestiere, intuisce un futuro per sé e per la sua gente. Uomo rude, risoluto, altero e difficilmente trattabile, come guida è impareggiabile per bravura, sicurezza e coraggio. L’amico-rivale Edward Whymper lo considererà “il più elegante arrampicatore che abbia mai visto”, l’unico con il quale è possibile arrivare in vetta alla Gran Becca.